Bangladesh

La nostra avventura in Bangladesh ha avuto inizio circa un anno fa, quando il nostro amico Murad ci diede la splendida notizia del suo matrimonio nel suo villaggio natale. Oltre ad averci invitati, ci chiese di essere i suoi fotografi ufficiali: come avremmo potuto rifiutare un’occasione simile? Unire i due volti di Altripiani e fonderli in un’unica storia di un matrimonio tradizionale tipico bengalese con più di 600 invitati e tutti i riti tipici. Iniziammo subito a prepararci: vaccini, visti, letture varie e molte riunioni con Salewa, per riuscire a realizzare anche un reportage di foto e video proprio in Bangladesh dove parte dell’abbigliamento viene prodotto. 

Finalmente arriva il giorno della partenza, veniamo svegliati da Murad che ci chiama alle 7:00 del mattino per chiederci di tenere un po’ di spazio nei nostri zaini per il peso in eccesso dei suoi pacchi. Ha trascorso tutta la notte ad impacchettare regali per la famiglia, la sua agitazione per il matrimonio, l’emozione di tornare a casa dopo 3 lunghi anni.
Murad è nostro amico da molto tempo, è diventato chef di un rinomato ristorante veneziano con un’ottima cucina tipica. Alla faccia e allo stupore di chiunque si affacci alla finestra che dà sulla cucina e vede un team di bengalesi cucinare in modo eccellente i piatti della tradizione veneziana.
Siamo molto contenti di intraprendere questo viaggio con lui, ci sentiamo privilegiati perché questa volta non dovremo fare nessuna fatica per entrare in contatto con la gente del posto, tutto il villaggio già ci attende e probabilmente questo matrimonio e la nostra presenza saranno i due eventi da ricordare negli annali della storia di questo paesino sperduto tra i campi di riso e l’acqua che sgorga da ogni lato.

Il Bangladesh, infatti, è uno stato dell’Asia dove non esistono veri confini tra terra e mare. Il suo territorio è attraversato da centinaia di corsi d’acqua i quali ne definiscono la geografia e il modo di vivere della gente. Il Paese confina su tutti i lati con l’India ad eccezione di un piccolo tratto, nell’estremo sud-est, in cui confina con il Myanmar. A sud è bagnato dal golfo del Bengala e sono tre i fiumi principali che mantengono la terra fertile: il Gange, il Brahmaputra e il Meghna. I bengalesi imparano da subito a convivere circondati dall’acqua, “intrappolati” tra i ghiacci himalayani che fondono a nord e l’Oceano Indiano in costante innalzamento a sud.
Qui l’acqua sta sommergendo gradualmente uno delle aree più densamente popolate al mondo, il Bangladesh conta appunto una popolazione di 169 milioni di abitanti di cui circa 20 milioni vivono nella sola capitale Dhaka senza risorse e in condizioni estreme in perenne ricerca di lavoro.

La fila del check-in sta per terminare, siamo gli ultimi ma Murad ancora non si vede. Iniziamo a guardarci bene attorno, quando ecco il suo volto disperato, impegnato in un’estenuante ricerca del borsellino con dentro tutti i documenti, compreso il passaporto, perso o rubato qualche minuto prima. Fatichiamo a realizzare la situazione. Non è vero, non può essere successo davvero, perché la sfiga deve capitare sempre a chi meno se lo merita? Murad non può rimanere a terra, deve andare in Bangladesh, dalla sua famiglia, da sua madre che lo aspetta con ansia.

“Jack, cosa facciamo? Andiamo lo stesso, anche senza di Murad?”
“Sì Glo, abbiamo il lavoro con Salewa da portare a termine e un viaggio importante su cui programmiamo da mesi. Vedrai che adesso trova i suoi documenti e sale con noi su quell’aereo…”
“Ok andiamo, dai, facciamo il check-in!”

Il primo pianto al momento dell’imbarco, il secondo quando realizziamo che la vita non è un film e che non vedremo Murad entrare dalla porta dell’aereo all’ultimo secondo e prendere il suo posto accompagnato da una colonna sonora commovente ed epica.
Il nostro Altripiani inizia ancora prima di prendere posto sull’aereo intercontinentale, stiamo per decollare verso un enorme punto di domanda.