Caucaso

Da Istanbul a Teheran attraverso le montagne

Inizialmente non avevamo molte certezze, ciò che avevamo era un itinerario approssimativo dei Paesi e delle montagne che avremmo attraversato, un’idea vaga delle regioni e culture che avremmo incontrato, l’imprevedibilità dei mezzi di trasporto, dei visti necessari e delle barriere linguistiche.
Una strada da percorrere con una mente aperta e una tenda sulle spalle. Facendo trekking e autostop ovunque, in modo tale da avvicinarci il più possibile alle esperienze delle persone che avremmo incontrato.
Attraversare gli altipiani dell’Anatolia, dell’Armenia e dell’Iran, le varie catene montuose, camminando lungo gli stessi sentieri che i pastori percorrono da migliaia di anni per la pratica della transumanza.
L’intento era quello di tracciare sentieri non ancora battuti e visitare Paesi da una prospettiva nuova, con un immenso spettro di culture, lingue e religioni da conoscere.

Volevamo raccontare una storia diversa attraverso fotografie e parole.
Abbiamo  deciso  da  subito  di  provare  e  mettere  in  evidenza  gli  aspetti  positivi,  non  per sminuire  e  chiudere  gli  occhi  di  fronte  alla  dura  realtà  che  avremmo  incontrato;  ma  al contrario, la nostra missione è stata quella di far emergere le storie incredibili di resilienza, le potenti speranze per un futuro più luminoso e il calore dell’umanità che si trovano nei luoghi più inaspettati della terra.

Sarebbe  da  ipocriti  dire  che  abbiamo  sempre  trovato  tutto  questo  in  ogni  momento. Tuttavia, i momenti scoraggianti erano pochi e lontani tra loro e totalmente eclissati dalle incredibili esperienze  positive  di  ospitalità,  gentilezza,  curiosità  e  di  grande  bellezza  che abbiamo incontrato ogni giorno.

L’esperienza è stata forte, intensa, lenta, lunga e di strada. Ci siamo stancati tantissimo, più  volte  accadeva  di  addormentarci  senza  capire effettivamente come era andata la giornata, serviva trascrivere tutto su un diario alla luce della frontale per non dimenticare nulla. Ogni giorno è stato come un breve viaggio ed è in tenda durante i sogni nel sacco a pelo che i pensieri si riordinavano con cura, nel buio più totale e spesso sotto una luminosa stellata.