Nella Alpi Dinariche come in ogni catena montuosa che attraversiamo abbiamo tentato di reperire carte geografiche più dettagliate possibili. Dopo mesi di consultazione in rete e tramite immagini satellitari si vorrebbe passare a qualcosa di più sostanzioso. Si cerca innanzitutto l’info-point, la “casetta del parco” o l’ufficio turistico, ma non sempre esiste una struttura attrezzata a soddisfare questa nostra mania di collezionismo.

É vero, ci sono tante innovative app per gli smartphone, ma vuoi mettere la carta, quella consistenza materiale liscia e ruvida che si spiegazza tanto da diventare una cosa viva.
Alle volte qualcuno si illumina in viso a questa nostra richiesta e ci procura una mappa datata che probabilmente custodiva gelosamente in chissà quale cassetto, altri con un sorriso innocente ci propongono delle specie di schizzi fatti a mano con delle linee piene o tratteggiata e alle volte colorate, segni neri che si perdono in insiemi dalle forme più bizzarre che vorrebbero forse assomigliare a curve di livello. In alcuni posti una carta dei sentieri può sembrare un disegno fatto da un bimbo. Alcune carte ti confondono: se fino a quel momento pensavi di aver capito qualcosa del posto in cui ti trovavi, consultando quello schizzo disegnato male ora sicuramente ti senti perso. Sorridi e la compri, o la scambi per qualcosa che forse avrebbe più valore di una carta sgualcita e senza dettaglio. Però vuoi mettere, alla fine in zaino hai un pacco di approssimative carte che andranno ad aggiungersi alle altre in libreria. Qualcosa ci continua ad invogliare in queste particolari ricerche, forse il siparietto che si crea attorno a questa rara documentazione, è tutto così divertente e magari un domani torneranno utili, chi lo sa.

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